Luigi Girlanda docente della Schola Palatina
Il Presidente dell’Associazione culturale Benedetto XVI è stato chiamato dalla prestigiosa scuola di formazione on line a tenere un corso sulla Divina Commedia.
Dal prossimo 8 settembre il prof. Luigi Girlanda, presidente dell’associazione culturale Benedetto XVI di Gubbio, entrerà a far parte a pieno titolo della prestigiosa scuola di formazione on line “Schola Palatina” e terrà un corso on line sulla Divina Commedia. L’invito a far parte del team di docenti della scuola è venuto all’indomani della conferenza tenuta dal prof. Girlanda a Cagliari, lo scorso 4 giugno, presso la Società Internazionale Tommaso d’Aquino.
Schola Palatina è una piattaforma abbonamento che si propone l’obiettivo di offrire ai propri iscritti un’autentica formazione culturale in coerenza con i princìpi perenni e universali della legge naturale e cristiana, attraverso un catalogo di corsi e webinar fruibili live e in qualsiasi momento on-demand. Su Schola Palatina è possibile accedere a lezioni, corsi, iniziative congressuali ed editoriali che offrano una garanzia di eccellenza, promosse da associazioni, istituti, fondazioni ed enti culturali che si ispirano ai medesimi princìpi. A tutti i partecipanti ai corsi vengono rilasciati attestazioni di frequenza.
Una delle più gravi carenze che oggi si avvertono è quella di una seria formazione culturale, che purtroppo la scuola e l’università non sembrano più in grado di fornire. Le stesse famiglie, che dovrebbero essere il primo luogo educativo e formativo, appaiono spesso prive degli strumenti pratici e intellettuali necessari a svolgere la loro missione. La società dell’informazione è diventata quella della deformazione, ossia della perdita dei valori fondamentali, necessari a orientare la vita. A tutto questo Schola Palatina si propone di porre rimedio offrendo ai propri studenti criteri e principi di orientamento attraverso i suoi corsi tenuti da docenti attentamente selezionati per la loro specifica competenza.
La Schola Palatina vanta la collaborazione di prestigiosi nomi del panorama culturale cattolico come Roberto de Mattei, Ettore Gotti Tedeschi, don Nicola Bux, Corrado Gnerre, padre Serafino Lanzetta, Carlo Manetti, Emanuela Marinelli, Cristina Siccardi, don Roberto Spataro, don Stefano Caprio e molti altri.
Il corso del prof. Luigi Girlanda (articolato in quattro incontri settimanali a partire da giovedì 8 settembre) prende spunto da un passaggio dell’enciclica In præclara summorum di Benedetto XV, scritta in occasione del VI centenario della morte di Dante nel 1921, in cui si legge: “in questo poema, conformemente alla rivelazione divina, risplendono la maestà di Dio Uno e Trino, la Redenzione del genere umano operata dal Verbo di Dio fatto uomo, la somma benignità e liberalità di Maria Vergine Madre, Regina del Cielo, e la superna gloria dei santi, degli angeli e degli uomini. (…) Ed emerge che una sapientissima mente governa in tutto il poema l’esposizione di questi e di altri dogmi cattolici”.,
Proprio alla luce di queste premesse, il pontefice allora regnante lamentava (ed è un aspetto purtroppo ancora attuale) come nelle scuole pubbliche il poema spesso non arrecasse quel nutrimento spirituale che lo stesso Dante intendeva dare ai suoi lettori, dato che, oggi come ieri, l’insegnamento “laico” non sempre conosce e fornisce i presupposti dottrinali su cui il Sommo Poeta ha eretto tutto il suo immortale lavoro.
Il presente corso, quindi, lontano dai tecnicismi scolastici (pur importanti e utili, ma che finiscono spesso per appesantire la lettura e la comprensione del pensiero di Dante), mira a mettere in luce, con un carattere volutamente divulgativo ma non superficiale, l’impianto dottrinale squisitamente cattolico che plasma praticamente ogni terzina della Divina Commedia. Attraverso dei piccoli carotaggi tra i vari canti dell’Inferno (il corso si limita necessariamente alla prima cantica) si cercherà quindi di fornire quelle conoscenze dottrinali sulle quali purtroppo la scuola sorvola, arrecando grave danno alla comprensione autentica del capolavoro di Dante. “È, infatti, assai deplorevole – scriveva ancora papa Benedetto XV – il sistema ufficiale odierno di educare la gioventù studiosa come se Dio non esistesse e senza la minima allusione al soprannaturale. Poiché sebbene in qualche luogo il « poema sacro » non sia tenuto lontano dalle scuole pubbliche e sia anzi annoverato fra i libri che devono essere più studiati, esso però non suole per lo più recare ai giovani quel vitale nutrimento che è destinato a produrre, in quanto essi, per l’indirizzo difettoso degli studi, non sono disposti verso la verità della fede come sarebbe necessario”.